Enrico Ingenito
Enrico Ingenito (Genova, 1978)
Artista visivo e visionario, disegna con la luce paesaggi naturali, urbani, immaginari, è amato e riconosciuto per la luce personale e vibrante che rende le sue opere inconfondibili. Viraggi tra reale e magico, tra sognato e presente.
Si è diplomato in pittura nel 2004 a Bologna e si è specializzato in Arti visive e Discipline dello spettacolo all’Accademia Ligustica di Belle Arti a Genova nel 2006.
Dal 2005 vive e lavora a Genova, dove ha cominciato a muoversi fra le diverse arti visive (pittura, fotografia e video) praticando anche esperienze da performer, affrontando e sviluppando la tematica del corpo. In particolare dal 2005 al 2007, partecipa ad un progetto di collaborazione tra le arti insieme all’Associazione Culturale “Corpi in Danza”, realizzando i due video “Post Caos” e “Sharing”.
La partecipazione alla collettiva “Urbanamente” (Galleria Osemont, Giugno 2007) e la sua mostra personale “Frames” (Open Lab, Aprile 2009) lo portano ad indagare e sperimentare il tema del paesaggio urbano, lavorando ad olio su tela: la sfida è ricreare immagini in movimento ricavate da scatti fotografici di città e volti dal carattere onirico e sfuggente immersi nelle luci artificiali. Non ha mai abbandonato questo tipo di ricerca, ma la ha estesa al paesaggio naturale, caricando le sue vedute/visioni di valori che appartengono appunto all’istante sospeso nel movimento o al ritratto.
Ha avuto occasione di partecipare a residenze d’artista ed esposizioni collettive e personali in Italia e all’estero. I suoi lavori sono entrati a far parte di importanti collezioni in Italia e in Europa.
La superficie della luce
Un fascio di luce attraversa il negativo e illumina la carta delineando linee e sfumature, qualche secondo di esposizione e poi la carta viene immersa nell’acido, i nitrati d’argento bruciati dalla luce cominciano ad annerirsi e gradualmente, come provenienti da un fondale, i contorni cominciano ad affiorare e le immagini prendono forma. Questo processo è una delle esperienze che più ha influenzato il mio iter creativo.
Quando dipingo concepisco la tela bianca come una superficie sensibile capace di reagire agli impulsi del colore. La luce è la totale protagonista: è il soggetto dell’opera ma è anche l’agente capace di impressionare, di bruciare, di restituire forme, di creare prospettive, la parte attiva di questo processo. Le mie sono immagini di un attimo, brevi impressioni che riaffiorano dalle profondità dell’intimo e si imprimono delicatamente sulla tela. L’opera è per me la testimonianza di un vissuto che torna a galla per lasciare la sua traccia sulla superficie.
(Enrico Ingenito, da I frammenti della luce)