Sonia Sacccabarozzi
Nata a Vimercate nel 1969, Sonia Scaccabarozzi, vive e lavora a Merate.
Il bisogno di esprimersi attraverso il disegno la frequentare l’Istituto d’Arte di Monza, dove, sotto la guida di AG Fronzoni designer milanese, comincia a sviluppare i propri canoni espressivi.
Terminati gli studi, inizia la sua collaborazione come grafica con la casa editrice Electa. Nello stesso periodo si avvicina alla scultura e, la scoperta della terza dimensione è per lei una vera e propria rivelazione. La ceramica unita ad altri materiali permette a Sonia di spaziare dal gioiello al vaso ad opere di grandi dimensioni. La sperimentazione è la vera passione, legno e ferro sono gli elementi fondamentali delle sue ultime opere, materiali pesanti e severi che rivivono trasmettendo poesia e leggerezza.
“La grafica e il disegno sono, per Sonia Scaccabarozzi, solo punti di partenza per avventure artistiche e per esplorazioni degli effetti poetici ed estetici prodotti da inedite combinazioni di materiali e di forme. Un viaggio vissuto come dialogo ininterrotto con la materia, una pratica artistica che interroga la materia e la sua vocazione a generare connessioni simboliche, che chiama la forma a rispondere dei suoi confini fino a lambire l’orizzonte delle sue possibilità. Nelle opere di Sonia incontriamo segni scissi da legami diretti con l’utilità e la funzionalità, ma connessi alla responsabilità della bellezza e all’imperativo dell’originalità. Personalità e sensibilità sono i punti cardinali che orientano la direzione del lavoro di ricerca dell’artista, ma anche un sottile humor ed un tocco di autoironia che restituisce un’aria di intelligente e consapevole leggerezza. Occorre aprirsi all’innocenza del sorriso – sembra suggerirci il lavoro della scultrice – le sue opere, infatti, rivelano una sorta di virtù terapeutica: stimolano il pensiero positivo e l’abbandono di atteggiamenti di chiusura e difesa psicologica. Innescano una salutare, istintiva, apertura alla relazione negli osservatori, inducendo serenità emozionale e purezza ideale, perfetta per fare dell’arte un buon uso sociale e una attitudine morale”.
Vittorio Raschetti